Proseguono i successi della cosiddetta “tecnica del taglia-incolla” del Dna.
In due differenti studi sui topi tale tecnica ha consentito nel primo caso di ripristinare l’udito, e nel secondo di ritardare la manifestazione dei sintomi della SLA, la malattia che colpisce i neuroni che controllano i muscoli volontari.
I risultati deigli studi sono stati ottenuti negli Stati Uniti (Istituto Medico Howard Hughes e Università della California-Berkele) e pubblicati, rispettivamente, sulle riviste Nature e Science Advances.
I ricercatori (sotto la supervisione di David Liu) si sono avvalsi della tecnica di editing genetico Crispr-Cas9, per disattivare il gene ‘Beethoven’ dei topi che porta alla sordità. Tale gene difettoso di fatto uccide le cellule dell’udito dotate di piccole ciglia le quali, con il loro movimento, consentono di percepire i suoni.
Riguardo la SLA invece, i ricercatori, coordinati da David Schaffer, hanno usato il taglia-incolla del Dna per “silenziare” il difetto genetico all’origine della Sla, prolungando del 25% la vita dei topi.
Nonostante tutto le enormi potenzialità della Crispr hanno tuttavia sollevato polemiche dopo il primo impiego su embrioni umani negli Usa, spingendo un gruppo di 11 organizzazioni scientifiche a lanciare un appello alla cautela, per evitare un uso improprio della tecnica. Secondo i promotori, infatti, la Crispr potrebbe non solo correggere errori del Dna ma introdurre anche nuove mutazioni.