Uno studio sviluppato da un gruppo di ricercatori guidato dall’esperta psicologa Caroline Palmer della McGill University di Montréal e pubblicato su Philosophical Transactions: Biological Sciences, ha dimostrato come il senso del ritmo sia letteralmente nascosto dentro ognuno di noi.
La sordità al ritmo non risulta essere un problema molto comune: per questo motivo il gruppo di lavoro è riuscito a coinvolgere nei propri studi solamente due persone che ne soffrivano. La capacità di tenere il ritmo è stata confrontata con quella di altri 32 individui senza difficoltà a seguire un tempo. “Abbiamo scoperto che queste persone sorde al ritmo riuscivano a percepire diversi ritmi e tamburellare un ritmo regolare in assenza di suono – racconta Palmer – Solo qundo dovevano muoversi a tempo abbiamo osservato un deficit rispetto al gruppo di controllo”.
La studiosa ha inoltre dichiarato: “Mentre la maggior parte delle persone sanno adattare i loro ritmi in risposta a uno stimolo esterno, alcune persone sono meno in grado di farlo. I nostri risultati supportano l’idea che che la sordità al ritmo sia un problema di come i nostri ritmi biologici interni si adattano o si accoppiano alla variazione dei suoni nell’ambiente che, nella maggior parte delle persone, rendono possibile ballare, pattinare sul ghiaccio con un partner e muovere la testa al ritmo della musica preferita”
Inoltre, precisa la ricercatrice, “Il test più difficile era battere il tempo al ritmo scandito da un metronomo che accelerava o rallentava improvvisamente”. In questo caso mentre chi non aveva problemi di ritmo si adattava agevolmente ai cambiamenti dopo pochi battiti, i 2 partecipanti sordi al ritmo non erano affatto in grado di farlo. “I tipi di errori fatti dagli individui sordi al ritmo – spiega la ricercatrice – indicavano deficit nei ritmi biologici”.
Problemi di sincronizzazione di questo tipo aiutano a comprendere proprietà fondamentali del sistema nervoso umano, ad esempio l’integrazione tra il sistema uditivo e quello motorio.