Gli ausili per l’udito risultano essere un utile strumento finalizzato a migliorare la qualità di vita di molte persone, soprattutto anziani. Dei circa otto milioni di italiani con problemi di udito, infatti, due su tre risultano avere più di 65 anni. Difficile anche avere stime precise, dato che il problema pare ampiamente sottovalutato, spesso evitato, da gran parte degli interessati. Secondo le stime di Assobiomedica infatti, ben il 75% degli ipo-udenti non usa alcun ausilio per sentire meglio.
E prima di rivolgersi a uno specialista trascorrono anche 6 o 7 anni.
Al tema, però è invece dovuta grande attenzione. Diversi studi hanno dimostrato un nesso fra deficit uditivo e deficit cognitivi. Inoltre indagini precedenti hanno mostrato ad esempio che difficoltà uditive anche moderate hanno un effetto negativo sulle attività cerebrali legate al linguaggio.
Di recente una revisione condotta dalla Cochrane Collaboration ha confermato l’utilità delle protesi uditive per ridurre l’impatto del deficit sensoriale e permettere alle persone di partecipare alla vita attiva e sociale. Lo studio è stato condotto su 825 adulti fra i 69 e gli 83 anni con disturbi dell’udito da leggeri a moderati.